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Mappaggio Emodinamico

Prima di effettuare l’intervento chirurgico si effettuerà una mappaggio emodinamico

Tale mappa  è necessaria soprattutto per  rispettare quelli che sono ormai i requisiti per un intervento che rispetti l’emodinamica del complesso del sistema venoso.

(raccomandazione con grado A secondo linee guida Colleggio Italiano Flebologico 2003).

Il mappaggio emodinamico è una procedura diagnostica eseguita utilizzando un ecocolordoppler, con vari tipi di sonde, il cui scopo è quello di ricostruire la dinamica di flusso nella rete venosa profonda e negli assi venosi superficiali varicosi e non.

Pertanto occorre sviluppare gradienti atti ad evidenziare un reflusso non solo nei vari comparti venosi ma anche nei passaggi transcompartimentali ricorrendo non solo a test statici quali la manovra di Valsalva o il test di compressione/rilasciamento ma soprattutto ai test dinamici con conseguente attivazione della pompa muscolare.
L’utilizzo dei test dinamici ha il vantaggio non solo di sviluppare gradienti di rientro efficaci e quindi essere in grado di evidenziare reflussi modesti, ma anche di analizzare la dinamica di flusso durante la fase sistolica, cioè durante la contrazione muscolare. Si cerca pertanto di ricostruire le direzionalità di flusso, nei vari assi esplorati, non solo durante la fase diastolica ma anche in fase sistolica, approssimandosi così il più possibile a ciò che dovrebbe avvenire durante la marcia.
Il mappaggio emodinamico è finalizzato ad un atto terapeutico, anzi dovrebbe essere la base su cui ragionare di fronte a qualunque strategia terapeutica chirurgica o scleroterapica. Cosa che purtroppo non avviene nella maggioranza dei casi.
I livelli d’informazione dal mappaggio venoso saranno diversi a seconda delle metodiche terapeutiche che l’operatore vuol utilizzare.
Pertanto le cose da analizzare saranno:
1) La ricerca di un’ incontinenza degli assi venosi profondi
2) La ricerca dei distretti venosi superficiali incontinenti e la loro visualizzazione grafica
3) La valutazione dell’estensione dell’incontinenza del tronco safenico
4) La misura del calibro safenico alla coscia
5) La ricerca di eventuali punti di fuga

  • Cross
  • Perforanti
  • Shunt      pelvici
  • Collaterali      safeniche refluenti

6) Nell’ottica di una strategia conservativa emodinamica sarà prioritaria l’analisi e la distribuzione dei rientri.

 

 

Questi dati possono variare da paziente a paziente in relazione alle caratteristiche anatomiche di ognuno

 

I dati raccolti verranno documentati su uno schema cartografico e CD digitale  che permette di realizzare bidimensionalmente una mappa che in realtà è tridimensionale.

In tale schema, con accuratezza, vengono riportati i dati emodinamici mediante una simbologia standardizzata (reflussi, attivazioni, deflussi, ectasie, perforanti, etc.) . Ai fini di un corretto intervento chirurgico sulla cute del paziente vengono identificati e marcati con penna dermografica i punti dove il chirurgo deve intervenire per interrompere i vasi. Tale preparazione del paziente necessita dai 30 ai 60 minuti, secondo il caso.

Lo schema verrà portato  in sala operatoria e  renderà l’intervento più  preciso e sicuro per il paziente.

In sede di mappaggio si discuterà con il paziente sui punti di accesso della fibra laser.

Il mappaggio verrà eseguito con un ecocolordoppler per lo studio dei vasi profondi  ed una lampada a luce fredda che mediante una trans illuminazione obliqua percutanea (VEINLITE)  valuterà il decorso dei vasi più superficiali tributari degli assi safenici.

EMODINAMICA

-Diversi quadri emodinamici e decorsi incontinenti dei vasi-